Tutti i libri del Tanakh sono ricchi di storie di sogni. I sogni sono presentati come comunicazioni di D-o all'uomo, espresse però con simbolismi di non agevole comprensione. I patriarchi ed i profeti, che sono le guide del popolo d'Israele, assolvono alla funzione di interpretare i sogni, rendendo così possibile l'accesso al messaggio divino.
I sogni che maggiormente richiamano l'attenzione dell'uomo sono quelli a contenuto profetico, perchè rispondono ad una antica aspirazione umana, che è quella di riuscire, superando i limiti della propria condizione, a conoscere il proprio futuro.
Ma ci sono anche sogni che rivelano non solamente quello che sarà ma soprattutto quello che è. Sono sogni che contengono elementi di accesso e contemplazione del divino, che lasciano cioé vedere scorci del procedimento secondo il quale si svolge il rapporto tra uomo e D-o, tra creatore e creato.
Il sogno della scala di Giacobbe appartiene a questa categoria dei sogni di accesso e contemplazione del divino.
ויחלם והנה סלם מצב ארצה וראשו מגיע השמימה והנה מלאכי אלהים עלים וירדים בו
"Vedeva una scala posata in terra, la cui cima arrivava al cielo e per essa gli Angeli del Signore salivano e scendevano"
(Genesi 28, 12)
Questo particolare del sogno, questa visione della scala e degli Angeli che la percorrono interrottamente esprime con poche parole un contenuto di importanza fondamentale per gli studiosi che ricercano la conoscenza delle modalità del rapporto tra il divino e l'umano.
Il rapporto tra D-o e l'uomo coinvolge due interlocutori assolutamente non commensurabili. D-o è l'unico assoluto e comprende in sé la totalità di tutto ciò che noi riusciamo ad immaginare ed in più tutto ciò che non cosciamo. Egli è senza tempo ed i concetti umani di passato e futuro non hanno in Lui significato. Egli è illimitato nello spazio, così come lo è nel tempo, ed in ogni ipotetica dimensione sovrapposta e contemporanea della Sua volontà. Per contro le capacità di espressione e di comprensione dell'uomo sono limitate in ragione della sua natura di essere finito nel tempo e nello spazio e che, conseguentemente, è nell'impossibilità di capire e conoscere ciò che esorbita i propri limiti. In questi termini non sarebbe possibile alcuna comunicazione tra D-o e l'uomo. E' come se in una stanza buia si trovassero due persone che parlano lingue completamente diverse.
L'uomo per potere comprendere ha la necessità che D-o adotti sistemi di espressione a lui accessibili. Se, nel compiere una ricerca, digitiamo una parola sul nostro computer, la rete ci risponderà fornendoci ad esempio 5.000.000 di files, mentre, se noi aggiungiamo altre parole per restringere la nostra indagine e limitarla a determinati settori, ecco che il numero delle risposte scenderà ad esempio a 100, rendendo possibile concludere la ricerca con l'acquisizione dell'informazione che stavamo cercando. Nello stesso modo, per rendere accessibile all'uomo la percezione del rapporto con D-o. è necessario che questo rapporto venga espresso con modalità compatibili con le caratteristiche e le capacità degli schemi di elaborazione mentale che l'uomo possiede. Le percezioni dell'uomo sono di tipo puntuale e non continuo. L'uomo classifica, fa schemi di funzionamento, computa, racconta, fa programmi. L'uomo gestisce episodi e sequenze, tutte cose finite e delimitate nel tempo e nello spazio. Arriva in definitiva a comprendere gli avvenimenti che lo circondano mediante procedimenti di analisi, di spezzettamento della realtà in elementi più semplici ed omogenei, che diventano così alla portata delle sue capacità cognitive. Solamente dopo aver compiuto questo procedimento di analisi, l'uomo procede alla sintesi, a mettere insieme in un complesso logico e coordinato gli elementi analizzati per tentare di capire il fenomeno studiato nella sua complessità.
La scala di Giacobbe, che rappresenta il canale delle interazioni tra D-o e l'uomo non è percorso da fluidi continui, simili alle acque di un fiume, ma è percorso dalle manifestazioni di D-o, che sono gli angeli, sono quindi manifestazioni puntuali, separate non continue, una sequenza di manifestazioni singolari che procedono senza inizio e senza fine. Su e giù per la scala di Giacobbe è un continuo andirivieni di interlocuzioni tra D-o e l'uomo, di messaggi, di fatti, di persone, di richieste, di risposte, di visioni, di sogni.
E' straordinaria la similitudine con la teoria dei "quanti di energia" di Max Planck, secondo la quale gli atomi assorbono ed emettono radiazioni in modo discontinuo, per quanti di energia, cioè quantità di energia finite e discrete. In tal modo anche l'energia può essere concettualmente rappresentata, come la materia, sotto forma granulare: i quanti sono appunto come granuli di energia indivisibili. Così anche l'interazione tra divino e umano avverrebbe secondo sequenze discontinue. Ricordiamoci sempre che questa concezione è quella che noi umani percepiamo, mentre la verità assoluta, la totale contemporaneità e potenza della volontà divina, travolgerebbe la mente umana, la incenerirebbe, come una lampadina di basso voltaggio che fosse inserita in un cicuito di rete.
Gli Angeli, le manifestazioni di D-o, vengono a contatto dell'uomo prendendo varie forme: sogni, avvenimenti reali, persone, l'insieme di tutte quelle cose che non sono gestite dalla nostra volontà, ma avvengono. Di queste cose per lo più non ce ne accorgiamo, raramente le vediamo e ne rimaniamo stupefatti. Tutti i giorni, in ogni momento avvengono le manifestazioni di D-o e dovremmo affinare la nostra sensibilità per imparare a vedere quello che guardiamo e sentire quello che ascoltiamo.
I kabalisti hanno definito le emanazioni della volontà divina secondo "nomi", "luci", "poteri", "corone del Santo re", "stadi", "fonti", "aspetti", "facce interne di D-o". Queste emanazioni, dette Sefirot, sono attributi della volontà divina, e sono ricondotte dai Kabalisti al numero di dieci, disposte graficamente come frutti di un albero, e delle quali le sette disposte inferiormente sono accessibili alla comprensione umana, due superiori sono oggetto di intuizione e la prima più in alto è inconoscibile così come lo è l'essenza di D-o. Vale a dire che l'uomo conosce manifestazioni di grandezza, amore, potenza, armonia, costanza, splendore, fondamento, autorità; intuisce l'intelletto e la saggezza; si smarrisce davanti all'essenza di D-o.
Ricordiamo che il più grande profeta di Israele, Mosè è stato l'unico uomo che ha dialogato direttamente con D-o, ma anch'egli non l'ha visto di faccia ma di spalle.
והיה בעבר כבדי ושמתיך בנקרת הצור ושכתי כפי עליך עד עברי והסרתי את כפי וראית את אחרי ופני לא יראו
"Poi quando passerà la mia gloria, ti nasconderò nella cavità della roccia, ti ricoprirò con la Mia mano, finché Io sia passato. Poi ritirerò la mia mano e tu Mi vedrai per di dietro, ma la Mia faccia è invisibile" (Esodo 33, 22 e 23)