domenica 21 ottobre 2012

Lech Lechà

(Gen. 12,1-17,27)

Il Signore disse ad Abramo di abbandonare il suo paese, i suoi parenti e la casa paterna per recarsi nella terra di Canaan. Abramo obbedì e partì con sua moglie Sarài, con Lot, figlio di suo fratello, e con tutti i beni che possedeva e le persone al suo servizio. Giunse nel paese di Canaan e si fermò presso Sichem al querceto di Morè. Qui il Signore gli apparve e disse:

Ai tuoi discendenti darò questa terra.

In quel luogo Abramo costruì un altare al Signore che gli era apparso e quindi si diresse verso il monte ad est di Beth-El ed anche qui eresse un altare invocando il nome del Signore.

Imperversava una grave carestia nella terra di Canaan sicché Abramo decise di rifugiarsi in Egitto, ma prima di entrare in questo paese disse a sua moglie Sarài:

So che tu sei donna di bell’aspetto; quando gli Egiziani ti vedranno diranno: ‘Costei è sua moglie.’ Uccideranno me e te lasceranno in vita. Di’ dunque che sei mia sorella affinché io possa avere, in grazia tua, il beneficio di aver salva la vita.

E così avvenne e Sarài fu portata dal Faraone, che colpito dalla bellezza della donna la prese in moglie ed inviò ad Abramo, che riteneva suo fratello, doni in bestiame e schiavi. Ma il Signore colpì il Faraone e la sua casa con gravi castighi per avere preso Sarài ed il Faraone, allora, venuto a sapere come realmente stavano le cose, chiamò Abramo e gli disse:

Che cosa mi hai fatto! Perché non mi hai detto che era tua moglie? Perché hai detto: ‘E’ mia sorella.?’ Così io l’ho presa per moglie! Eccoti dunque tua moglie; prendila e va’.

Questo episodio suscita i nostri inevitabili commenti critici nei confronti del comportamento di Abramo. Come si può infatti tollerare che la propria moglie sia oggetto di passioni sessuali e pensare alla propria salvezza invece che alla sua difesa? Come si possono accettare i doni procurati dalle prestazioni della propria moglie? Sono domande senza risposta, che insinuano però in noi il sospetto di un maschilismo naturalmente accettato nella società dell’epoca, secondo cui l’uomo maschio era l’esclusivo depositario della dignità umana e la donna ne era un corollario, un accessorio dato al maschio per soddisfarne le sue esigenze.

Così Abramo partì verso il Neghev e giunse a Beth-El, nel luogo dove aveva già costruito un altare e qui invocò il nome del Signore. Era adesso un uomo ricchissimo in bestiame, argento e oro ed anche Lot, suo nipote, aveva molto bestiame e molte tende e decisero di separarsi per evitare l’insorgere di questioni tra i propri rispettivi pastori perché una stessa terra non poteva bastare per tutti e due. Lot scelse la valle del Giordano e le città della pianura fino a Sodoma. Abramo si stabilì nella terra di Canaan.

Dopo che Lot si fu separato da lui, il Signore disse ad Abramo:

Alza gli occhi dal luogo ove ti trovi e guarda a settentrione, a mezzogiorno, a oriente e a occidente; tutto il paese che vedi, lo darò a te e alla tua discendenza in perpetuo. Farò la tua discendenza come la polvere della terra; se qualcuno potrà contare la polvere della terra, anche la tua discendenza si conterà. Lèvati, percorri il paese per lungo e per largo, perché lo darò a te.

Abramo piantò le tende ed andò ad abitare nel querceto di Mamrè presso Chevron, e là costruì ancora un altare al Signore.

Al tempo di Hammurabi, re di Babilonia, avvenne che la pentapoli costituita dalle città di Sodoma, Gomorra, Admà, Tsevoim e Bèla’ nota come Tsò’ar, si ribellasse allo stato di vassallaggio al re ed ai suoi alleati. Ci fu una guerra e la pentapoli venne sconfitta e le sue città vennero depredate. Lot, nipote di Abramo, che si trovava a Sodoma venne fatto anch’egli prigioniero e portato via dai vincitori.

Quando Abramo seppe della cattura di Lot armò i suoi giovani e si pose all’inseguimento dei rapitori. Li raggiunse, li sconfisse e si fece restituire Lot con tutti i suoi beni. Il re di Sodoma si offrì di ricompensare Abramo per avere egli vinto gli eserciti di Hammurabi e dei suoi alleati, ma Abramo rifiutò.

Il Signore, apparso in visione ad Abramo, disse:

Non temere, Abramo, Io ti sono scudo; la ricompensa che riceverai sarà grandissima.

Ma a questo punto Abramo tirò fuori quello che era il suo più grande cruccio:

Signore Dio, che cosa mi darai? … Non mi hai dato prole; il mio domestico sarà il mio erede.

Ed il Signore replicò:

Il tuo erede non sarà lui; ti erediterà uno che uscirà dalle tue viscere.
Osserva il cielo e conta le stelle, se puoi contarle.
Così numerosa sarà la tua discendenza.

E poi aggiunse:

Io sono il Signore che ti feci uscire da Ur-Casdim per darti il possesso di questa terra.

Sappi che i tuoi discendenti dimoreranno, stranieri, in un paese non loro, che li asserviranno e li opprimeranno per quattrocento anni.

E in quel giorno il Signore stabilì con Abramo un patto dicendogli:

Alla tua discendenza ho assegnato questa terra, dal fiume d’Egitto fino al gran fiume, il fiume Eufrate. E’ la terra ora abitata da Kenei, Kenizei, Cadmonei, Chittei, Perizei, Refaei, Emorei, Cananei, Ghirgascei, Jevusei.

Anche qui dunque il Signore promette ad Abramo l’assegnazione di un territorio molto più ampio rispetto a quello compreso tra il Giordano ed il mare, che sarà quello della terra di Canaan. A questa maggiore estensione si avvicinò, per un breve periodo, il regno di Salomone. Pare di cogliere nella visione di un così vasto territorio il desiderio che possa avvenire il ricongiungimento della terra promessa con la città d’origine, quell’Ur dei Caldei da dove Abramo era partito, oppure ancora l’estensione del territorio promesso potrebbe interpretarsi come corrispondente a tutto il mondo allora conosciuto, comprendente quindi anche i territori delle grandi potenze dell’epoca, l’Assiria e L’Egitto, e quindi, in tal modo, in buona sostanza, la promessa acquisirebbe la valenza universale di un’espansione di Israele su tutta la terra.

Sarài, che non aveva dato figli ad Abramo, aveva una schiava egiziana di nome Hagar e propose ad Abramo, suo marito, di unirsi a lei, affinché tramite questa unione essi potessero avere un figlio. Abramo accettò e dalla sua unione con Hagar nacque un figlio al quale venne posto nome Ishma’el, che significa ‘il Signore ha ascoltato’.

Ma i rapporti tra Sarài e Hagar presto ebbero a guastarsi, poiché Hagar era insuperbita per avere generato un figlio ad Abramo, mentre la moglie legittima si era rivelata sterile. Sarài si risentì per questo mutato atteggiamento della schiava nei suoi confronti e, con il consenso del marito Abramo, la trattò così crudamente da indurla a fuggire nel deserto con suo figlio Ismaele. Un messo del Signore trovò Hagar nel deserto, presso la fonte di Sciur, e le disse di tornare dalla sua signora, restando a lei sottomessa, e aggiunse:

"Farò la tua discendenza tanto numerosa che non si potrà contare."

La discendenza di Hagar, attraverso Ismaele, darà luogo alle tribù beduine del deserto ed alla nazione araba.

Abramo aveva novantanove anni quando il Signore gli apparve e gli disse:

Il mio patto con te è questo: tu sarai padre di numerose genti. Non ti chiamerai più Avram, il tuo nome sarà Avraham perché ti faccio padre di numerose genti.

A te ed alla tua discendenza dopo di te darò in possesso perpetuo la terra delle tue peregrinazioni, tutta la terra di Canaan, e sarò il loro Dio.

Questo è il mio patto che osserverete tra Me, voi e la tua discendenza dopo di te: di circoncidere tutti i vostri maschi. Circonciderete la carne del vostro prepuzio; questo sarà il segno del patto tra Me e voi. All’età di otto giorni, per le vostre generazioni, verranno circoncisi tutti i maschi, nati in casa o acquistati col denaro da qualsiasi straniero non appartenente alla vostra stirpe. Venga circonciso chi nasce in casa e chi è acquistato col tuo denaro; il Mio patto sia nella vostra carne un patto perpetuo. L’individuo maschio incirconciso, che non avrà circonciso la carne del suo prepuzio, verrà tagliato fuori dalle sue genti, perché avrà infranto il mio patto.

La circoncisione dei maschi è un rituale diffuso ancora oggi presso molte popolazioni semitiche e di fede islamica e risponde, oltre che a dettami di natura religiosa, ad esigenze di natura igienica e di vita sessuale. La circoncisione è chiamata in ebraico milah, vocabolo che vuol dire anche “parola” e che sottende un concetto di apertura.

Poi Dio disse ad Abramo:

Sarài tua moglie non chiamarla più Sarài; il suo nome sia Sara. Io la benedirò e ti darò anche da lei un figlio; la benedirò e diventerà nazioni; re di popoli trarranno origine da lei.

… tua moglie è per partorirti un figlio; gli porrai nome Itschac e con esso confermerò il Mio patto, patto perpetuo per la sua discendenza successiva.

Abramo aveva novantanove anni quando si circoncise ed Ismaele tredici.



Haftarà di Lech Lechà
(estratto da Is.40,25-41,17)

Perché dunque Giacobbe dice, Israele afferma: ‘Occulto al Signore è il mio stato, dal mio D-o è trascurato il mio diritto?’. Ma non sai tu, non hai tu inteso che l’Eterno D-o, Creatore del mondo fino alle sue estremità, non si stanca e non si affatica, che non ha limiti la Sua intelligenza? Egli dà forza allo stanco, aggiunge vigore all’impotente. Possono si stancarsi e affaticarsi i ragazzi, possono inciampare i giovani, ma coloro che sperano nel Signore vanno di mano in mano sempre acquistando nuove forze, alzano le loro ali come aquile, corrono e non si affaticano, camminano e non si stancano.

“E tu, Israele mio servo, Giacobbe che Io ho prescelto, discendenza di Abramo che Mi amava, tu, che Io ho preso dalle stremità della terra, che ho chiamato da in mezzo ai più nobili dei suoi abitanti ed al quale ho detto: ‘Tu sei mio servo, ti ho prescelto e non ti ho respinto.’, non temere, perché Io sono con te, non turbarti, perché Io sono il tuo D-o, ti ho dato forza e inoltre ti ho aiutato e ti ho sostenuto con la Mia destra che fa giustizia. Ecco, saranno delusi e svergognati tutti quelli che si adirano contro di te, saranno ridotti al nulla e periranno coloro che contendono con te.

Nessun commento:

Posta un commento