giovedì 20 ottobre 2011

Berescith, i giorni della creazione

(Gen. 1,1 – 2,3)
Questa parashà dà inizio al nuovo ciclo annuale di lettura della Toràh, e viene letta in occasione della festività di Simchat Toràh. Nel primo capitolo si narra dei primi sei giorni della creazione, che si dice avvenne in questa sequenza:

1° Giorno - Sulla terra sterminata, vuota e immersa nelle tenebre Dio disse: Sia luce e luce fu. Egli vide che era cosa buona e separò la luce dalle tenebre e chiamò giorno la luce e notte le tenebre.

2° Giorno - Dio disse: Sia una distesa in mezzo alle acque che separi le une dalle altre. Le acque furono separate e Dio chiamò cielo le acque al di sopra della distesa.

3° Giorno – Dio disse: Si riuniscano le acque che sono al di sotto del cielo in un sol luogo sì che apparisca l’asciutto. Così fu e Dio chiamò l’asciutto terra e mari l’ammasso delle acque. Dio vide che era cosa buona e disse: La terra produca germogli, erbe che facciano seme, alberi da frutto che diano frutti ciascuno della propria specie, contenenti il loro seme, sulla terra. Così fu e Dio vide che era cosa buona.

4° Giorno – Dio disse: Siano luminari nella distesa del cielo per far distinzione tra il giorno e la notte; siano anche indici per le stagioni, per i giorni e per gli anni. Funzionino come luminari nella distesa del cielo per far luce sulla terra. E così fu.

5° Giorno – Dio disse: Brulichino le acque di un brulicame di esseri viventi; volatili volino sulla terra, sulla superficie della distesa celeste. Ed Egli creò gli esseri viventi che popolano le acque e creò i volatili delle diverse specie. Dio vide che era cosa buona e disse: Prolificate, moltiplicatevi, empite le acque dei mari; il volatile si moltiplichi sulla terra.

6° Giorno – Dio disse: La terra produca esseri viventi di specie varie, animali domestici, rettili e bestie selvatiche di specie diversa. E così fu. Dio fece ogni specie di animali e vide che era cosa buona. Dio disse poi: Facciamo un uomo a immagine nostra, a nostra somiglianza; domini sui pesci del mare, sui volatili del cielo, sugli animali domestici, su tutta la terra e su tutti i rettili che strisciano sulla terra. Dio creò l’uomo a Sua immagine; lo creò a immagine di Dio; creò maschio e femmina, li benedisse e disse loro: Prolificate, moltiplicatevi, empite la terra e rendetevela soggetta, dominate sui pesci del mare, sui volatili del cielo e su tutti gli animali che si muovono sulla terra. Dio disse: Ecco, Io vi do tutte le erbe che fanno seme, che sono sulla faccia di tutta la terra, tutti gli alberi che danno frutto d’albero producente seme; vi serviranno come cibo. Agli animali tutti della terra, a tutti gli uccelli del cielo e a tutti gli striscianti sulla terra che hanno un afflato di vita, tutte le erbe verdi serviranno di cibo. E così fu. Dio vide che tutto quello che aveva fatto era molto buono.

Questo primo capitolo così denso di avvenimenti prodigiosi merita alcune riflessioni prima di procedere oltre nella narrazione. Ogni atto creativo compiuto dal Signore è preannunciato dalle parole: Iddio disse, che non significa semplicemente volle, perché altrimenti così sarebbe stato scritto al posto di questo reiterato disse, ripetuto tante volte affinché anche una dura cervice potesse percepire che la parola è questa e non un’altra. E questo disse è ogni volta seguito da e così fu. Perché è il disse che materializza la creazione, è al disse che segue sempre conseguentemente e così fu.

La parola è lo strumento che attua la volontà creatrice.
Quanto è importante la parola per il popolo ebraico, quanto per il popolo del Libro! La parola e la scrittura, la legge e la tradizione, La Toràh ed il Talmud, L’Aggadah e l’Halachah.

E ogni volta che crea il Signore giudica il risultato e constata che sia cosa buona prima di consentirne la proliferazione, come se il creato, una volta tale si fosse in parte sottratto al totale controllo della volontà creatrice, come se il creato, nel momento della creazione, una volta coagulatosi e separatosi dalla massa indistinta, avesse acquisito un certo grado di autonomia.

Il sesto giorno avviene la creazione dell’uomo, maschio e femmina, l’unico del quale si dice che fu creato ad immagine di Dio. Non poteva essere altrimenti se il Signore desiderava che questa creatura fosse in grado di accostarsi a Lui. Tutti i requisiti che l’essere umano possiede risiedono nel Signore, ma non tutti i requisiti del Signore risiedono anche nell’essere umano.

Si chiude il primo capitolo con l’affermazione che l’essere umano, così come tutti gli animali, si nutrirà di specie vegetali.

All’inizio del secondo capitolo si dice che il Signore, che aveva completato la Sua opera, nel settimo giorno cessò da tutta la Sua opera e benedisse il settimo giorno e lo santificò, poiché in esso aveva cessato tutta la Sua opera che egli stesso aveva creato per poi elaborarla.
Parrebbe di poter dire allora che i giorni della creazione sono in effetti sei perché è scritto che nel settimo giorno il Signore aveva cessato la Sua opera, opera culminata nella creazione dell’essere umano. Ma questa sarebbe una visione miope e completamente errata perché l’opera del Signore culmina nel settimo giorno con la creazione del Sabato, che viene benedetto e santificato. Il Signore, pur avendo posto l’essere umano in posizione di predominio sul creato, non benedice e santifica lui bensì il giorno del compimento, il giorno del non lavoro, che non è un giorno di riposo, ma il giorno dedicato al Signore: è la finalità della creazione.

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