lunedì 5 settembre 2011

Ki Thetsè

(Deu.21,10-25)
Prosegue anche in questa parashà l’enunciazione delle numerose prescrizioni impartite da Mosè al popolo nell’imminenza del suo ingresso nella terra promessa.
Si comincia con una prescrizione riguardante le donne dei vinti.

• La donna prigioniera.
Riguarda il caso di un uomo che si invaghisca di una donna prigioniera:

… se vedrai fra i prigionieri una donna di bello aspetto e te ne innamorerai e vorrai prenderla in moglie, dovrai condurla nella tua casa ed essa si raderà i capelli e si taglierà le unghie, quindi si toglierà le vesti dei prigionieri e rimarrà in casa tua piangendo suo padre e sua madre per un intero mese; dopo di che potrai unirti con lei e sarà per te una moglie. Ma se poi non ti piacesse più la dovrai mandare libera dove essa vorrà e non la potrai vendere per denaro, non potrai più trattarla da schiava dopo che è stata tua moglie”.

Per poter dire che la tutela della donna presa prigioniera fosse integrale manca una sola cosa, ma fondamentale: il consenso di lei. Al di là di questo aspetto, nella norma c’è il rispetto per la donna dei vinti, sia per quanto riguarda il dolore per la perdita dei genitori, sia per il suo status che sarà di moglie e non di schiava, né sarà mai schiava anche in caso di ripudio.

• Il diritto di primogenitura.
Si fa quindi il caso di un uomo che abbia due mogli e si detta la norma sulla intangibilità dei diritti del primogenito, anche nell’ipotesi in cui la madre di questi non sia più la favorita del padre.

• Il figlio traviato e ribelle.
Segue una norma di estrema severità che riguarda il figlio traviato e ribelle, che non dà più ascolto né al padre, né alla madre. I suoi genitori lo condurranno davanti agli anziani della città e diranno:

Questo nostro figlio è traviato e ribelle; non ci dà ascolto e mangia e beve eccessivamente”.

Il verdetto degli anziani sarà di morte per lapidazione:

Tutti gli uomini della città lo lapideranno ed egli morrà e toglierai il male da mezzo a te e tutto Israele udrà ed avrà timore”.

Proprio queste parole ci fanno comprendere quale sia la motivazione della pena di morte per il figlio ribelle e traviato. Il motivo principale non è quindi da collegarsi alla colpa di aver arrecato continua sofferenza ai propri genitori. La sua eliminazione con la pena di morte si rende necessaria per una motivazione sociale, che è quella di impedire la proliferazione nel popolo d’Israele del germe della ribellione e della perversione.

• La sepoltura del giustiziato.
Il cadavere del giustiziato, non dovrà rimanere esposto nella notte, ma dovrà essere seppellito nello stesso giorno.

… lo dovrai seppellire in quello stesso giorno perché il cadavere appeso è causa di maledizione da parte di Dio e tu non renderai impuro il territorio che il Signore tuo Dio è per darti in retaggio”.

La motivazione quindi non è tanto la “pietas” nei riguardi del giustiziato, bensì il rispetto per la creazione del Signore, che fece l’uomo a sua immagine e somiglianza.

• Restituzione di animali e cose.
E’ sancito l’obbligo di restituire al proprietario, confratello ebreo, ogni animale ed ogni cosa che questi avesse perduto.

• Soccorso agli animali.
L’asino o il toro di un confratello ebreo che cadono per la strada dovranno essere aiutati a rialzarsi.

• Indumenti maschili e femminili.
Si stabilisce il divieto di indossare indumenti propri dell’altro sesso.

• Il nido degli uccelli.
Incontrando un nido con uova e pulcini e con la madre che sta covando, non si dovrà prendere la madre, ma si potranno prendere le uova ed i pulcini, dopo aver allontanato la madre.

• Ringhiere delle terrazze.
E’ una norma antinfortunistica che prescrive che le coperture a terrazza siano dotate di protezioni perimetrali.

• Non seminare semi di varia specie nella tua vigna.
• Non mettere al giogo insieme un asino e un toro.
• Non indossare lana e lino tessuti insieme.
• I vestiti avranno fili intrecciati ai quattro angoli.

• Verginità della sposa.
Se un uomo sposa una donna, si unisce a lei e la accusa di non essere stata vergine, i genitori di lei porteranno agli anziani il lenzuolo per provare la verginità della figlia. Se verrà accertata la verginità il marito dovrà pagare cento monete d’argento al padre di lei. Se invece risulterà fondata l’accusa del marito, la ragazza verrà messa a morte per lapidazione.

• Adulterio
Gli adulteri saranno messi a morte, sia che si tratti di donna sposata, sia che si tratti di vergine promessa sposa.

• La violenza ad una donna sposata sarà punita con la morte.
• La violenza ad una vergine senza vincoli matrimoniali, darà luogo ad un indennizzo di cinquanta monete d’argento al padre della ragazza ed inoltre all’obbligo per il violentatore di sposarla.
• Un uomo non sposerà la moglie del padre.
• Non potrà contrarre matrimonio chi non abbia i genitali integri, né i nati da incesto o adulterio.
• Non potrà contrarsi matrimonio con Moabiti e Ammoniti. Salvo evidentemente il caso in cui questi abbandonino il proprio popolo e le sue usanze per abbracciare quelle di Israele. Ricordiamo che la moabita Rut abbandonò il suo paese ed il suo Dio per entrare nel popolo d’Israele e divenire progenitrice di re David.
• Idumei ed Egiziani non saranno aborriti ed i figli che nasceranno da loro e da donna ebrea alla terza generazione faranno parte del popolo d’Israele.

• Negli accampamenti militari dovranno adottarsi misure di purità:

Poiché il Signore tuo Dio cammina in mezzo al tuo accampamento per salvarti e per consegnarti i tuoi nemici, il tuo campo dovrà essere come cosa sacra”.

• Offrire protezione allo schiavo che sarà fuggito dal suo padrone.
• Nel popolo d’Israele non vi saranno né prostitute né pederasti.

• Non prestare denaro ad interesse ad un altro ebreo, mentre si potrà fare con lo straniero
Curiosamente questa norma venne recepita inizialmente dal cattolicesimo, invertendone però i soggetti e quindi i cattolici non potevano prestare ad interesse, mentre questa attività avrebbe potuto essere svolta dagli ebrei. I predicatori cattolici finché il prestito fu gestito da ebrei chiamarono il denaro “lo sterco del Demonio”, poi la Chiesa inventò i Monti di Pietà o Banchi di Pegno nei quali il prestito ad interesse, specialmente verso le classi più povere, venne soppiantato dal prestito su pegno. La forma era salva, la sostanza un po’ meno, perché mentre in precedenza il tasso massimo d’interesse era fissato dal sovrano, per quello che riguardava il valore dei pegni tutto era affidato alla stima del momento fatta dal Banco.

• Voti fatti al Signore:

Quando farai un voto al Signore tuo Dio, non dovrai tardare ad adempierlo perché il Signore tuo Dio te lo richiederebbe ed in te si troverebbe il peccato. Se invece cesserai di fare voti, non ci sarà in te peccato. Ciò che prometterai dovrai mantenere, donando quanto hai fatto voto di offrire al Signore Dio tuo profferendolo con la tua bocca”.

Per arrivare a dire questo significa che già all’epoca esisteva l’umano malvezzo di promettere e non mantenere.

• Nella vigna del compagno.
Potrai mangiare uva quanta ne vuoi, ma non potrai portarla via. La stessa cosa nel campo di grano: potrai raccogliere le spighe con la mano, ma non userai la falce.

• La donna ripudiata.
La donna ripudiata dal marito sarà libera di unirsi con un altro uomo, ma se verrà ripudiata anche da questo, non potrà mai tornare al primo marito.

• Esenzione dal servizio militare.
Chi sposa una ragazza nubile è esentato per un anno dal prestare servizio militare.

• Le macine del debitore.
Mai potranno prendersi in pegno le macine del debitore.

• Rapimento e schiavitù.
Chi rapirà una persona ebrea, per farne uno schiavo e venderlo sarà messo a morte.

• Dovranno seguirsi le procedure di purificazione in caso di lebbra e malattie contagiose.

• Prestito su pegno.
Non si dovrà entrare nella casa del debitore, ma aspettare fuori di essa che egli porti il pegno pattuito.
Se sarà fatto prestito su pegno ad un povero, il pegno dovrà essergli restituito prima del tramonto.

• Occorre pagare giornalmente il compenso pattuito al salariato.

• La responsabilità è personale:

I padri non periranno per le colpe dei figli e i figli non moriranno per i padri; ognuno perirà per la propria colpa”.

• Il forestiero, l’orfano e la vedova.
Quando raccoglierai il frutto della tua terra, sia esso il campo di grano, o l’uliveto, o la tua vigna, dimentica i residui e lascia che possano essere racimolati dal forestiero, dall’orfano o dalla vedova.

• Fustigazione.
La condanna alla fustigazione non potrà prevedere più di quaranta colpi.

• Jibbum.
Se un uomo sposato muore senza figli, la vedova dovrà andare sposa al cognato (javam) per dare la possibilità al morto di avere figli che perpetuino il suo nome. Se il cognato dovesse rifiutare, la cognata si avvicinerà a lui, in presenza degli anziani, gli toglierà la scarpa dal piede e sputerà davanti a lui dicendogli:

Così sia fatto all’uomo che rifiuta di costruire la casa del proprio fratello”.

E il nome di lui sarà da allora in poi: la famiglia dello scalzato.

• Sia messa a morte la donna che afferri i testicoli dell’uomo che sta percuotendo suo marito.
• Non adoperare pesi e misure falsi.
• Ricordati di Amalec e di ciò che ti fece quando uscisti dall’Egitto.

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