Se sarai il vero ed unico padrone dei tuoi pensieri, delle tue parole, delle tue azioni, allora potrai operare secondo giustizia.
giovedì 26 aprile 2012
Eliseo, l’uomo del Signore
Il suo nome in ebraico è אֱלִישַׁע, Elisha, che significa il Signore è la mia salvezza. E’ un profeta, che parla per conto del Signore. E’ il successore del profeta Elia che lo prescelse come tale. Lo troviamo nella narrazione del secondo libro dei Re in due episodi legati, sia pure in modo diverso, alla malattia della tzarat, quella che noi comunemente tradurremmo con il termine lebbra, ma che può intendersi più genericamente come una malattia contagiosa della pelle.
Protagonisti dei due episodi sono due militari, gente decisa quindi, abituata allo scontro ed alla concretezza delle cose che si vedono e si toccano e poco incline a soggiacere al trasporto profetico. Il primo è un generale arameo, oggi diremmo siriano, affetto dalla malattia e che si reca da Eliseo perché ha sentito che egli può guarirlo. Il secondo è invece è un ufficiale del Re d’Israele che ascolta, manifestando scetticismo, la profezia di Eliseo riguardante l’imminenza di un avvenimento che alleggerirà i morsi della carestia che ha colpito il paese.
Anche il generale arameo è inizialmente scettico riguardo al modo di guarire dalla propria malattia che Eliseo ha mandata a dirgli, ma alla fine si convince ed esegue ciò che gli è stato detto. L’ufficiale israelita invece non modificherà il proprio atteggiamento. Il generale arameo che ha piegato il proprio orgoglio ed ha creduto alla parola di Eliseo sarò premiato perché guarirà dalla malattia e troverà la fede nel Signore. L’ufficiale israelita invece sarà punito per non avere rinunciato alla cecità del proprio orgoglio e morirà travolto dalla moltitudine che si recava al mercato.
Sono storie di idolatria, dove l’idolo è il proprio orgoglio e la propria presunzione, c he ci dimostrano ch e se l’idolatria viene sconfitta il corpo e l’anima guariranno, se invece l’idolatria prevarrà allora corpo e anima periranno.
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