martedì 27 agosto 2013

NITZAVIM (Deu.29,9-30)

Nitzavim”, presenti, siete tutti qui presenti davanti al Signore, dice Mosè al popolo, tutti: uomini e donne, giovani e anziani ed anche il forestiero che lavora presso di voi. Siete qui per accettare il patto del Signore vostro Dio ed il Suo anatema, così come Egli intende stabilire con voi che siete qui presenti, ma anche con quelli che oggi non sono qui con noi, le generazioni passate e le generazioni future.

Egli ti costituirà come Suo popolo e ti sarà come Dio, come ti disse e come giurò ai tuoi padri Abramo, Isacco e Giacobbe.

Ma se ci sarà tra voi un uomo o una donna, una famiglia o una tribù che si distoglie dal Signore Dio nostro, prosegue Mosè, per andare ad adorare gli dèi che hanno le altre nazioni, allora l’ira del Signore divamperà e costoro non saranno perdonati e su di essi si poserà l’anatema ed i loro nomi saranno cancellati da sotto il cielo. Anatema dunque per l’idolatria, l’idolatria che è sempre il punto centrale della violazione della legge del Signore, di tutti i precetti che Egli ha dettato al Suo popolo. Perché tutti i delitti sono riconducibili ad una base comune che si identifica nell’idolatria. L’assassino che ha dimenticato la legge del Signore e che ha anteposto all’amore per il Signore l’odio per un suo simile, che ha dimenticato che il suo simile è una creatura del Signore e che, in quanto da Lui creata, egli non avrebbe potuto e dovuto distruggerla, ebbene l’assassino è un idolatra in quanto ha rimosso l’amore del Signore per sostituirlo con l’odio per un essere umano. Il ladro è un idolatra perché ha eretto ad idolo il denaro, la ricchezza, ed ha dimenticato l’amore del Signore. Idolatra è l’adultero perché ha anteposto l’amore per una donna all’amore per il Signore. Idolatra è chi rende falsa testimonianza perché antepone al Signore il suo tornaconto. Idolatra è chi diffonde maldicenza o calunnia ai danni del proprio simile, perché ha rimosso il rispetto del precetto di amore richiesto dal Signore ed ha elevato al suo posto l’ambizione di affermare la propria persona, elevandola con la sminuizione della dignità dell’altro. Idolatra è colui che desidera la cosa d’altri perché ha dimenticato l’amore per il Signore ed ha eretto ad idoli i propri desideri.

Le generazioni future e lo straniero che verranno a vedere le piaghe ed i mali che avranno colpito coloro che si saranno distolti dal Signore diranno: “E’ proprio come la distruzione di Sodoma e Gomorra, di Admà e Tzevoim, che il Signore operò nella Sua ira e nella Sua collera”.

E tutte le nazioni domanderanno: “Perché il Signore ha fatto così a questo paese? Qual’è la ragione di questa grande ira?”.

Ed a loro sarà risposto: “Perché hanno abbandonato il patto del Signore, Dio dei loro padri, che stabilì con loro quando li fece uscire dalla terra d’Egitto. Essi si posero a servire altri dèi e si prostrarono loro, a dèi che non conoscevano e che il Signore non dette loro in eredità. Pertanto l’ira del Signore divampò contro quel paese portando contro di esso tutte le maledizioni che sono scritte in questo libro. Il Signore li sradicò dalla loro terra con sdegno, ira e grande collera e li gettò in un altro paese com’ è ancor oggi”.

Ma che sarà di coloro che saranno stati dispersi in altre nazioni e che poi rifletteranno e che vorranno tornare al Signore e ne ascolteranno la voce? Costoro il Signore li farà tornare e li tratterà con benevolenza. Circonciderà il Signore il loro cuore e quello della loro discendenza affinché essi con i loro cuori così dischiusi possano amare il Signore loro Dio con tutta la loro anima e possano così vivere lungamente.

Il Signore farà prosperare chi darà ascolto alla Sua voce ed osserverà i Suoi precetti ed i Suoi statuti. Perché i precetti non prescrivono di fare cose fuori dalla portata dell’essere umano, ma sono cose che egli potrà eseguire con la bocca e con il cuore ed in questo modo potrà vivere, moltiplicarsi ed essere benedetto dal Signore.

Chi invece chiuderà il proprio cuore e non ascolterà e si farà trascinare verso l’idolatria sarà perduto e non prolungherà la sua permanenza nella terra promessa ai suoi padri.

Io chiamo a testimoni per voi oggi il cielo e la terra: io ho posto davanti a voi la vita e la morte, la benedizione e la maledizione; scegli la vita onde viviate tu e la tua discendenza amando il Signore tuo Dio, ascoltando la Sua voce e rimanendo a Lui avvinti, perché Egli è la tua vita e la lunghezza dei tuoi giorni, abitando nella terra che il Signore giurò di dare ai tuoi padri, ad Abramo, ad Isacco ed a Giacobbe”.

L’idolatria distoglie dal Signore ed è causa di rovina. Gli idoli sono tanti e non sono solo quelli di pietra o di legno o di metallo. Gli idoli sono le deviazioni, sono tutto ciò che ci distoglie dall’amore per il Signore e dall’eseguire i suoi precetti. L’essere umano è certamente fatto anche di sentimenti, di interessi, di passioni, che di per sé però non costituiscono né il male né il bene, ma semplicemente sono elementi che il Signore ha creato e che vanno a comporre il complesso dell’essere umano. Questi elementi, queste prerogative sono quindi affidati all’essere umano che si trova così impegnato a gestirli ed è nella fase di gestione che entra in campo la responsabilità dell’individuo e quindi l’amministrazione dei propri desideri, delle proprie passioni, dei propri sentimenti, per far sì che questi non vadano a soffocare l’esigenza primaria e fondamentale dell’amore per il Signore e dell’osservanza dei suoi precetti.

La narrazione si conclude con una luce che è la permanente possibilità di recupero per chi si sia distolto dal Signore e si sia successivamente pentito e desideri tornare a Lui. Il Signore mostrerà sempre benevolenza verso chi avrà aperto il proprio cuore al Suo amore.

Shavuà tov.
Danièl Siclari


Haftarà di Netzavim
Secondo il rito italiano
(Gio.24,1-24,18)

Giosuè, giunto agli ultimi giorni della sua vita, raduna tutte le tribù con i loro anziani, i capi, i giudici, gli ufficiali, presso Shechem e qui parla loro ricordando tutte le vicende che il popolo ha vissuto da quando uscirono dalla terra oltre l’Eufrate guidati da Abramo, a quando Giacobbe ed i suoi figli si recarono in Egitto. Rammenta quindi l’uscita dall’Egitto, la traversata del Mar Rosso ed il lungo viaggio nel deserto per giungere alla terra promessa.

Ora, dice Giosuè, se non vi piacesse servire il Signore, sceglietevi chi volete adorare, se gli idoli che avevate al di là dell’Eufrate, o quelli che avete servito in terra d’Egitto. Io e la mia famiglia, conclude Giosuè, serviremo il Signore.

E il popolo unanime disse: “Anche noi serviremo il Signore, perché Egli è il nostro D-o.


Haftarà di Netzavim
Secondo i riti spagnolo e tedesco
(Is.61,10-63,9)

“Non si dirà più di te: abbandonata, e della tua terra: è una desolazione, ma tu sarai chiamata: il Mio amore è in te, e la tua terra maritata, perché il Signore ti amerà e il tuo paese avrà marito. Come un giovane sposa una fanciulla, ti sposeranno i tuoi figli, e come uno sposo gioisce della sposa, gioirà di te il tuo D-o.”

“Il Signore ha giurato per la Sua destra e per il Suo forte braccio: non darò più il tuo grano in cibo ai tuoi nemici, e gli stranieri non berranno più il tuo vino per il quale ti sei affaticata.”

“Ecco il Signore proclama agli abitanti della terra fino alle sue estremità: Dite a Sion: Ecco la tua salvezza viene, ecco Egli porta con sé la Sua mercede e davanti a Lui è la Sua retribuzione. Ed essi saranno chiamati: popolo santo, redenti dal Signore, e tu sarai chiamata: città ricercata, non abbandonata”


La salvezza di Israele viene rappresentata allegoricamente come avvenuta ad opera di un uomo forte, che simboleggia il Signore:

“Perché c’è del rosso nei Tuoi abiti, e i Tuoi vestiti sono come di chi pigia nel torchio?”

“Ho pigiato da me solo nel torchio, nessuno dei popoli era con Me, ed Io li ho calcati con il Mio furore, pestati con la Mia ira, il loro sangue è spruzzato sui Miei abiti, ed Io ho insudiciato tutti i Miei vestiti, perché il giorno della vendetta che era nel Mio cuore e l’anno della Mia redenzione sono giunti.”

Nessun commento:

Posta un commento