martedì 27 agosto 2013

VAYELECH (Deu.31,1-31,30)

Continuò Mosè a parlare al popolo d’Israele e disse loro: “Io sono ormai giunto all’età di centoventi anni e non posso più andare e venire con facilità ed il Signore mi ha detto: Tu non passerai questo Giordano.

Giosuè vi condurrà al di là del Giordano, prosegue Mosè, distruggerete quei popoli e vi comporterete con loro secondo i precetti che vi ho comandato. Siate forti e coraggiosi non abbiate timore e non vi scoraggiate davanti a loro, perché il Signore vostro Dio verrà insieme a voi, non vi lascerà e non vi abbandonerà.

Mosè chiamò Giosuè e davanti al popolo gli disse: “Sii forte e coraggioso perché tu perverrai con questo popolo alla terra, che il Signore giurò di dare ai loro padri, e tu la darai loro in possesso, Quanto al Signore Egli sarà colui che ti precederà, Egli sarà con te, non ti lascerà e non ti abbandonerà, non temere e non aver paura.

Ed ai sacerdoti che portavano l’Arca ed agli anziani d’Israele Mosè dette questo ordine: “Al termine dei sette anni, nel tempo della remissione, durante la festa delle capanne, quando tutto Israele verrà a presentarsi davanti al Signore tuo Dio nel luogo che avrà scelto, leggerai questa legge al cospetto di tutto Israele in modo che essi la odano, Convoca il popolo, uomini, donne e bambini e il forestiero che abita nelle tue città, affinché ascoltino, imparino e temano il Signore vostro Dio e osservino, per attuarle, tutte le parole di questa legge. I loro figli poi, che non le avessero conosciute prima, udranno e impareranno a temere il Signore vostro Dio per tutto il tempo in cui vivrete sulla terra, per possedere la quale, voi vi accingete a passare il Giordano.

Quindi il Signore disse a Mosè che si avvicinava ormai il momento della sua morte e che chiamasse quindi Giosuè per avvicinarsi insieme alla tenda della radunanza, dove Egli avrebbe impartito le Sue disposizioni.

Mosè e Giosuè fecero come il Signore aveva richiesto e si avvicinarono alla tenda della radunanza e il Signore si manifestò all’interno della tenda in una colonna di nube che si fermò sulla porta della tenda stessa. E disse il Signore a Mosè: “Ecco, tu stai per andare a riposare presso i tuoi padri e questo popolo fornicherà dietro agli dèi stranieri del paese nel quale egli si stanzierà. Mi abbandonerà e violerà il patto che Io ho stabilito con lui. Allora la mia ira divamperà e nasconderò loro la mia faccia, diventeranno cibo per i loro nemici e grandi disgrazie capiteranno loro. In quel tempo il popolo dirà: ‘Certamente per il fatto che il Signore non è più in mezzo a noi, ci sono capitati tutti questi mali.’ Ed Io continuerò a nascondere la mia faccia in quel giorno, per tutto il male che esso fece, perché si rivolse ad altri dèi.

L’idolatria quindi, sarà l’idolatria che perderà il popolo d’Israele. Idolatria, adorazione di altri dèi, culto e desiderio di idoli che offuscano la mente al punto di dimenticare il patto con il Signore. Idoli, parola che raggruppa in sé il desiderio del potere o della ricchezza, o il desiderio di una donna, o più semplicemente il nostro egoismo, la chiusura del cuore all’altro, al nostro simile che ci ha chiesto di ascoltarlo.

Ordina quindi il Signore di scrivere ed imparare un cantico che egli sta per dire e di insegnarlo ai figli d’Israele, perché quando capiteranno al popolo grandi mali e disgrazie, dopo che per l’ennesima volta avrà adorato altri dèi, questo canto testimonierà per esso e non verrà dimenticata la sua progenie. Mosè scrisse il cantico e lo insegnò ai figli d’Israele, poi disse a Giosuè: “Sii forte e coraggioso, perché, dice il Signore, tu condurrai i figli d’Israele nella terra che Io giurai di dar loro ed Io sarò con te.

Mosè terminò di scrivere le parole di questa legge su di un libro ed ordinò ai Leviti che portavano l’Arca:
Prendete questo libro della legge e ponetelo da una parte entro l’Arca del patto del Signore vostro Dio e resti là per testimonianza, poiché io conosco il vostro istinto ribelle e la durezza della vostra cervice; se oggi mentre sono ancora vivo in mezzo a voi, voi vi siete ribellati al Signore, tanto più lo sarete dopo la mia morte. Radunate presso di me tutti gli anziani delle vostre tribù e i vostri capi e io dirò loro queste cose chiamando a testimoni il cielo e la terra. Perché io so che dopo la mia morte voi vi corromperete e vi allontanerete dalla via che io vi indicai. Disgrazia vi incoglierà in avvenire quando farete ciò che è male agli occhi del Signore, facendolo adirare con le vostre azioni.

E allora Mosè si accinse a pronunciare le parole della cantica, come vedremo nella prossima Parashah conclusiva del libro del Deuteronomio e della Torà.

Shavuà tov.
Danièl Siclari.


Haftarà di Vayelech
Secondo l’uso di alcune comunità

Così dice il Signore: ‘Osservate il diritto e fate giustizia, perché vicina a venire è la Mia salvezza, e la Mia giustizia a manifestarsi. Felice l’uomo che fa questo, il figlio dell’uomo che in questo persevera: chi onora il sabato si da non profanarlo e sorveglia la sua mano sicché non faccia nulla di male. E non dica il figlio dello straniero che si è aggregato al Signore: ‘Il Signore mi ha tenuto separato dal Suo popolo’. E non dica chi non è atto a generare: ‘Io sono un albero secco’. Perché così dice il Signore a proposito di coloro che non sono atti a generare, ma osservano i Miei sabati, scelgono quello che a Me piace e si mantengono fedeli al Mio patto: Io darò a loro nella Mia casa ed entro le Mie mura forza e rinomanza, meglio di figli e di figlie; rinomanza eterna che mai non perirà darò a ciascuno di loro. E i figli dello straniero che si aggregano al Signore per prestargli culto, per amare il nome del Signore e per essere Suoi servi, chiunque osservi il sabato sì da non profanarlo, e quelli che si mantengono fedeli al Mio patto, Io li farò venire al monte a Me consacrato, li rallegrerò nella casa in cui Mi si rivolgono le preghiere, i loro olocausti e i loro sacrifici saranno graditi sul Mio altare, perché la Mia casa sarà proclamata casa di preghiera per tutti i popoli. Detto del Signore Dio che raduna i figli d’Israele: radunerò ancora altri intorno ai radunati di Israele.
(Is.55,6-56,8)


Haftarà di Vayelech
Secondo l’uso della maggior parte delle comunità.

La haftarà contiene richiami alla penitenza e implorazioni alla misericordia divina.

… Io lo esaudirò e lo sorveglierò, Io sarò come un cipresso verdeggiante, da Me verrà il tuo frutto. Chi è saggio comprende queste cose, chi è intelligente le sa, perché le vie del Signore sono rette: i giusti vi cammineranno e i colpevoli vi inciamperanno.
(Os.14,2-14,10)

Egli tornerà ad avere misericordia di noi, calpesterà le nostre iniquità, e Tu getterai negli abissi del mare tutti i loro peccati.
(Mi.7,18-7,20)

“E voi mangerete a sazietà e loderete il Signore vostro Dio che ha compiuto per voi prodigi e il Mio popolo non soffrirà mai più onta.
(Jo.2,15-2,27)

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